Il Complesso di San Domenico Maggiore fu costruito a partire dal 1283 per volere di Re Carlo d’Angiò. Lo stile con cui fu eretta la chiesa rispecchia i canoni gotici ovvero con tre navate, cappelle laterali, abside poligonale e ampio transetto. Nel Seicento si ebbero le trasformazioni più significative con l’introduzione di decorazioni in stucco e oro e con il rifacimento dell’Altare Maggiore. Oggi nella Chiesa si riscontrano sovrapposizioni rinascimentali, barocche e neoclassiche e alcuni affreschi di scuola giottesca come quelli nella Cappella Brancaccio opera di Pietro Cavallini. Nel Cappellone del Crocefisso vi è la riproduzione della tavola duecentesca del Crocefisso che secondo la tradizione parlò a S. Tommaso d’Aquino che in questo convento dimorò, insegnò e compose la terza parte della sua Summa Theologiae. Nel transetto sinistro si ammira La Flagellazione di A. Vaccaro copia del dipinto del Caravaggio eseguita per Tommaso de Franchis sistemata inizialmente sull’altare della cappella di famiglia e oggi al Museo di Capodimonte.
Degni d’interesse sono inoltre i monumenti funebri rinascimentali e le notevoli Arche della Reale famiglia Aragonese ovvero i quarantacinque feretri in cui sono conservati cadaveri imbalsamati di nobili e reali.
Basilica of St Domenico maggiore was wanted by Charles II of Anjou and was erected between 1283 and 1324. Then it became the church of the Aragonese dynasty. The convent was the most important center of the Domenicans in southern Italy and was the seat of the University of Naples for many years. The complex is still considered one of the most important in the city of Naples, both in terms of history, as well as artistic and cultural and the Church is the result of the Gothic, Renaissance, Baroque and Neoclassic overlap.
There are also some very important works as the medieval frescoes by P. Cavallini and a copy on panel Crucifix spoken to St. Thomas. The monastery has been the house of prominent names in the history of religion and philosophy as Thomas Aquinas and Giordano Bruno.
The tombs of Aragonese Royals are exhibited in the Sacristy.