L’antica e nobile Kime fiore delle colonie elleniche, fondata nell’VIII secolo a.C., che ha per lungo tempo dominato l’intera regione flegrea. Il Parco comprende l’Acropoli, una vasta area della città bassa ed altre suggestive testimonianze del passato come l’Antro della Sibilla, dimora e santuario della Profetessa e la Crypta Romana, una grande galleria che collegava il Porto Julius del Lago Averno a Cuma.
La rocca del Monte di Cuma, fin dall’antichità fu temuta e rispettata per il suo aspetto selvaggio e il nome che veniva utilizzato per definirla era Silva Gallinaria. A partire dal XVII secolo furono intraprese le prime ricerche archeologiche e ad oggi le esplorazioni hanno messo in luce resti di edifici di epoca sannitica e romana, in buona parte concentrati sul Foro, dove si trovano il Tempio di Giove o Capitolium, il Tempio con portico, il porticato del foro e le Terme. Il Parco archeologico di Cuma, istituito nel 1928, attualmente comprende: l’Acropoli e le Necropoli.
Nell’Acropoli sono riconoscibili il Tempio di Giove, realizzato intorno al VI sec. a. C., che occupa tutta la terrazza superiore. I resti marmorei consentono di ipotizzare che il tempio intorno al II sec. a. C. fu trasformato in Capitolium, ossia tempio dedicato alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva). La cella in età paleocristiana fu trasformata in basilica a cinque navate. Sul lato meridionale del Foro si trova il Tempio di Apollo, costruito agli inizi del V sec. a. C e la cui consacrazione al culto risulta da alcune iscrizioni di epoca romana.
A destra del viale di accesso, invece, ci si affaccia sul tratto conclusivo della Crypta Romana, un’opera viaria che attraversa il Colle di Cuma ed è una prosecuzione verso il mare della Crypta di Cocceio. Realizzata nel 36-38 a. C. per volere di Agrippa ha una lunghezza di 292.5 mt, è illuminata da tre lucernari aperti nella volta di copertura e altre aperture praticate lungo il fianco meridionale. In età paleocristiana, lungo le pareti della grotta, furono ricavate alcune tombe di varie dimensioni e alcuni graffiti di croci ci fanno pensare che la Crypta fu utilizzata come una vera e propria catacomba.
L’Antro della Sibilla, scavato interamente nel tufo del Monte Cuma dai greci nel V-IV sec. a.C, è uno dei santuari più venerati nell’antichità ed è costituito da una galleria rettilinea, il dromos, di forma trapezoidale e priva dell’ingresso originario. L’antro ha subito diverse trasformazioni nel tempo: in epoca romana divenne cisterna d’acqua, mentre i cristiani la trasformarono in area cimiteriale e successivamente in basilica. Le cisterne dal IV sec. d. C. furono utilizzate come tombe per i cristiani.
Il complesso delle Terme del Foro, situato in pieno centro cittadino, fu costruito probabilmente agli inizi del II sec. a.C.